New Outlook ha rivoluzionato il modo in cui i messaggi vengono gestiti su Windows, spostando il baricentro nel cloud. In questa guida pratica spieghiamo dove “vivono” davvero le email, come usare Exchange Online Plan 1 con più indirizzi senza costi aggiuntivi e come prevenire (o curare) le corruzioni dei file .pst
quando si tiene ancora Outlook Classic.
Dove vengono archiviati i messaggi in New Outlook
Punto chiave: in New Outlook la copia “master” dei messaggi risiede sempre sul server (Exchange Online, Outlook.com, Gmail via IMAP, ecc.). L’app Windows è un front‑end cloud‑first che mantiene soltanto una cache locale rigenerabile. Questo cambia le abitudini: non serve più “salvare il file .pst prima di formattare”, a meno che tu non stia ancora usando Outlook Classic con account POP o archivi locali.
Confronto rapido tra Outlook Classic e New Outlook
Aspetto | Outlook “Classic” | New Outlook (Windows 11 / Microsoft 365) |
---|---|---|
Dove risiede la copia master dei messaggi | Nel file .pst (account POP) o lato server + .ost (account Exchange/IMAP) | Sempre sul server (Exchange Online, Outlook.com, Gmail via IMAP, ecc.). Il client è un front‑end cloud‑first. |
File locali | .pst (POP) e .ost (cache Exchange/IMAP) in %USERPROFILE%\Documents\Outlook Files o %LOCALAPPDATA%\Microsoft\Outlook | Piccola cache cifrata .ost + file .dat in %LOCALAPPDATA%\Microsoft\Outlook *. Può essere eliminata in sicurezza: si ricrea dal server. Non sostituisce un backup. |
Necessità di backup manuale | Sì, occorre salvare il .pst prima di formattare o migrare. | Di norma no: la posta è sul server; basta riconfigurare l’account e i dati si risincronizzano. |
Esportazione per archivi “a lungo termine” | Esporta in .pst dal menu File > Apri ed esporta > Importa/Esporta. | Non è integrata nativamente. Se serve un archivio offline, usa Outlook Classic per esportare in .pst o gli strumenti di esportazione del servizio email (p.es. provider webmail) quando disponibili. |
*Il percorso può variare in base al canale e alla build. Se non trovi i file, premi Windows+R e incolla %LOCALAPPDATA%\Microsoft\Outlook
.
Cosa significa per reinstallazioni, PC nuovi e guasti
- New Outlook: non copiare la cache
.ost
. È solo una copia temporanea. Dopo l’accesso con lo stesso account, l’app ricrea la cache risincronizzando dal server. - Outlook Classic con POP o archivi locali: prima di formattare, copia i file
.pst
da%USERPROFILE%\Documents\Outlook Files
(o dal percorso personalizzato). È la tua unica copia. - Contatti e Calendari: se gestiti su Exchange/Outlook.com/Google, vivono anch’essi sul server. Se invece sono dentro un
.pst
locale (vecchie rubriche o calendari personali), esportali in.pst
prima della migrazione.
Checklist prima di cambiare PC in ambiente cloud‑first
- Verifica lo stato di sincronizzazione in New Outlook: attendi che non compaiano più “in sincronizzazione”.
- Prendi nota degli account aggiunti (Exchange/Microsoft 365, Outlook.com, Gmail IMAP, ecc.).
- Annota le regole lato server (si muovono con la mailbox) e quelle lato client: in New Outlook quasi tutte vivono lato server, ma se usi Classic controlla in Gestisci regole e avvisi.
- Se usi firme, prepara un file con il testo e il logo: le rifarai in pochi secondi sul nuovo PC.
Quando l’esportazione in .pst ha ancora senso
- Conservazione storica “freeze”: vuoi “fotografare” la posta di un anno fiscale (p.es. Work Completed 2024) e riporla in un archivio immutabile.
- Trasferimento a un provider diverso: alcuni servizi supportano importazione da
.pst
. In questi casi Outlook Classic resta il miglior strumento di export. - Vincoli legali: un legale interno chiede una consegna puntuale in formato
.pst
.
Procedura consigliata: apri Outlook Classic, vai su File > Apri ed esporta > Importa/Esporta > Esporta in un file > File di dati di Outlook (.pst), scegli la radice dell’account, includi le sottocartelle e salva su un’unità esterna. Valuta di proteggere il file con password.
Domande frequenti su New Outlook e archiviazione
Posso usare New Outlook con POP e tenere tutto in locale?
New Outlook è progettato per account server‑based (Exchange/Outlook.com/IMAP). Anche quando POP è supportato dal servizio, l’esperienza più affidabile è via Exchange/IMAP. Se devi assolutamente usare POP per casistiche legacy, tieni Outlook Classic come client dedicato e pianifica un passaggio a protocolli moderni.
Posso spostare un vecchio .pst dentro New Outlook?
New Outlook non importa nativamente file .pst
. Apri il .pst
in Outlook Classic e trascina le cartelle verso la mailbox Exchange/IMAP per caricarle sul server (oppure esporta in un .pst
distinto per l’archivio a freddo).
La cache locale di New Outlook è un backup?
No. È una cache temporanea rigenerabile. I backup vanno fatti sul lato server (piani di protezione dati, retention, criteri di archiviazione) o tramite esportazioni pianificate in .pst
se proprio richiesto da policy.
Utilizzare Exchange Online Plan 1 con più indirizzi di posta
Scenario tipico: una persona titolare di Exchange Online Plan 1 gestisce due attività distinte (p.es. nome@aziendaA.it e nome@aziendaB.it) e desidera ricevere e inviare da entrambi gli indirizzi senza acquistare una seconda licenza. La soluzione passa da alias e, quando necessario, da una shared mailbox.
Tabella decisionale
Esigenza | Possibilità con Plan 1 | Come attivarla |
---|---|---|
Ricevere posta su più indirizzi | ✔ Sì, tramite alias illimitati sullo stesso mailbox | Centro di amministrazione Microsoft 365 > Utenti attivi > seleziona l’utente > Gestisci alias e indirizzi e‑mail |
Inviare da un alias | ✔ Supportato in Exchange Online (Send from alias) | Abilitare a livello di organizzazione e poi selezionare l’alias nel campo “Da” in Outlook |
Caselle realmente separate (spazio, regole, login distinto) | Richiede un secondo mailbox (⇒ seconda licenza) oppure una shared mailbox gratuita (fino a 50 GB, senza login) | Creare una shared mailbox nel centro di amministrazione, concedere Full Access e Send As ai soggetti interessati |
Passi pratici per alias e invio da alias
- Aggiungi alias: nel portale amministrativo, apri l’utente, sezione Alias, aggiungi p.es.
nome@aziendaB.it
. Assicurati che il dominio sia “accettato” in Exchange Online. - Abilita l’invio da alias (una volta per tenant). Se preferisci PowerShell:
Connect-ExchangeOnline Set-OrganizationConfig -SendFromAliasEnabled $true Get-OrganizationConfig | fl SendFromAliasEnabled
Dopo l’abilitazione, in Outlook (New o Classic) espandi il campo Da e scegli l’alias desiderato. - Imposta regole e firme per brand: crea firme diverse per ciascuna identità e regole di posta per etichettare i messaggi in arrivo destinati a ciascun alias (p.es. categoria “Azienda B”).
Quando usare una shared mailbox
Gli alias sono perfetti finché una persona sola gestisce tutto. Se vuoi separare spazio, regole, autorizzazioni o delegare l’accesso ad altri:
- Shared mailbox (fino a 50 GB): nessuna licenza se non effettua login diretto. Gli utenti la aprono accanto alla propria mailbox e possono inviare come la mailbox condivisa con permessi Send As / Send on behalf.
- Mailbox dedicata: richiede una licenza aggiuntiva (p.es. un secondo Plan 1). È la scelta giusta quando occorrono credenziali e login separati o retention policy autonome.
Esempio architetturale per due attività senza costi extra
- Utente con licenza Plan 1 su
nome@aziendaA.it
. - Aggiungi alias
nome@aziendaB.it
all’utente esistente. - Abilita Send from alias a livello tenant.
- In Outlook, crea firme separate, imposta regole per separare i messaggi destinati ad
@aziendaB.it
e usa l’alias nel campo Da quando rispondi per quell’attività.
Deliverability, antispam e conformità
- SPF/DKIM/DMARC: se invii da più domini (p.es. @aziendaA e @aziendaB) assicurati che ciascun dominio abbia record SPF corretti (includendo i server di Microsoft 365) e che DKIM sia abilitato per ogni dominio. Questo mantiene l’allineamento DMARC anche quando invii “da alias”.
- Regole di trasporto: valuta regole per aggiungere disclaimer distinti per dominio o per dirottare i messaggi in cartelle dedicate.
- Audit: l’invio da alias è tracciabile come invio effettuato dalla mailbox primaria. Per contabilità separata rigida, opta per shared mailbox o mailbox dedicata.
Domande frequenti su alias e Plan 1
Quanti alias posso avere?
Praticamente illimitati dal punto di vista operativo. La gestione resta più semplice se limiti gli alias ai domini realmente usati e documenti le regole associate.
Posso avere una cartella Posta in arrivo separata per ogni alias?
Gli alias consegnano nella stessa mailbox. Puoi simulare la separazione con regole (sposta i messaggi in cartelle “Azienda A” e “Azienda B”). Se vuoi separazione reale, usa una shared mailbox o una seconda mailbox con licenza.
Posso accedere come info@aziendaB.it senza licenza?
Sì, se è una shared mailbox sotto i 50 GB e non effettui login diretto; la apri dal tuo profilo. Per login diretto serve la licenza.
Corruzione dei file .pst in Outlook Classic quando coesiste con New Outlook
Alcuni utenti notano che i .pst
si corrompono più spesso dopo l’installazione di New Outlook, soprattutto se continuano ad aprire gli stessi archivi in Outlook Classic. Tipicamente non è New Outlook a “rompere” i file, ma la combinazione di fattori: file molto grandi, accessi concorrenti, percorsi non supportati (p.es. unità di rete o cartelle sincronizzate), arresti improvvisi del PC.
Cause tipiche
- Accesso concorrente: Classic e altri processi indicizzano/leggono lo stesso
.pst
mentre il file è aperto. - Dimensioni e frammentazione: sopra ~20 GB la probabilità di errori aumenta, specie su dischi lenti o quasi pieni.
- Percorsi non supportati:
.pst
su condivisioni di rete, unità rimovibili o cartelle sincronizzate da servizi cloud (incluso l’auto‑salvataggio in OneDrive) sono notoriamente a rischio. - Arresti bruschi: interruzioni di alimentazione, ibernazioni forzate, crash.
- Antivirus e indicizzazione aggressiva: accessi in scrittura/lettura simultanei da parte di motori di scansione.
Soluzione proposta (passi immediati)
- Profili separati: assicurati che Outlook Classic e New Outlook non utilizzino lo stesso profilo MAPI o aprano lo stesso
.pst
in parallelo. Idealmente, usa New Outlook per la posta corrente e Classic solo per le esportazioni. - Riduci le scritture su disco: se usi Classic in parallelo per account Exchange/IMAP, valuta di disattivare la “Cache di Exchange” temporaneamente (Classic lavorerà direttamente sul server senza generare una seconda
.ost
concorrente). - Mantieni i .pst sotto i 20 GB: dividi per anno o per area (p.es. Vendite‑2023.pst, Progetti‑2024.pst). Dopo l’esportazione, esegui “Comprimi” (Compatta) nelle proprietà del file dati.
- Ripara periodicamente con SCANPST: l’Utilità di ripristino Posta di Outlook individua e corregge errori logici prima che degenerino.
- Posizione tipica:
C:\Program Files\Microsoft Office\root\OfficeXX\SCANPST.EXE
(oProgram Files (x86)
su installazioni a 32 bit). - Chiudi Outlook, esegui SCANPST, seleziona il
.pst
, avvia la scansione e consenti la creazione del backup automatico.
- Posizione tipica:
- Evita percorsi rischiosi: tieni i
.pst
su un disco locale fisso (SSD consigliato) e non dentro cartelle sincronizzate (p.es. Desktop/Documents collegati a OneDrive). Se vuoi salvare una copia, chiudi Outlook e poi copia il file in una cartella sincronizzata o su un’unità esterna. - Salute del disco: verifica spazio libero >20%, controlla S.M.A.R.T., esegui una scansione del file system.
Strategie di lungo periodo
- Migra l’archivio sul server: sposta la posta “viva” da
.pst
a Exchange/IMAP (trascina le cartelle dal.pst
alla mailbox server in Outlook Classic). In questo modo ne benefici anche in New Outlook e su mobile. - Usa Classic solo per esportare: riduci il tempo in cui un
.pst
è aperto e la probabilità di corruzione si abbatte. - Pianifica archivi annuali: stabilisci un calendario (p.es. ogni gennaio) per chiudere l’anno precedente in un
.pst
“freeze” e ripartire leggero. - Formazione e policy: vieta l’uso di
.pst
su reti e su cartelle sincronizzate; documenta le dimensioni massime e la frequenza di verifica con SCANPST.
Procedura consigliata di migrazione da .pst a Exchange
- Apri il
.pst
in Outlook Classic (File > Impostazioni account > File di dati > Aggiungi). - Nel riquadro cartelle, trascina l’albero del
.pst
sotto la mailbox Exchange/IMAP. Attendi l’upload (lascia Outlook acceso). - Una volta completato, chiudi il
.pst
e, se l’archivio serve solo come copia storica, conservalo su storage a lungo termine.
Domande frequenti su .pst e coesistenza
Perché il mio .pst si corrompe più spesso dopo aver provato New Outlook?
Probabile coincidenza di fattori: file già grande o “stanco”, indicizzazione, scansioni antivirus e abitudini di sospensione/arresto. New Outlook in sé non modifica il file .pst
, ma l’alternanza tra client può aumentare gli accessi all’archivio.
Posso lasciare aperto lo stesso .pst su due profili?
Sconsigliato. Mantieni ogni .pst
associato a un solo profilo e aprilo solo quando serve. Evita profili duplicati che lo montano in parallelo.
È una buona idea mettere i .pst in OneDrive per averli ovunque?
No. I .pst
sono file monolitici con accessi frequenti in scrittura: sincronizzarli mentre sono aperti causa conflitti e corruzione. Salvali su OneDrive solo come copia a freddo a Outlook chiuso.
Raccomandazioni pratiche
- Se vuoi smettere di gestire file
.pst
, usa solo protocolli server‑based (Exchange, Outlook.com, Gmail IMAP) all’interno di New Outlook. - Per un archivio annuale “Work Completed”, continua a:
- usare Outlook Classic per esportare in
.pst
, oppure - creare cartelle di archivio sul server (meno lavoro manuale, accessibili ovunque, indicizzate e protette dalle policy).
- usare Outlook Classic per esportare in
- Se Outlook Classic corrompe il
.pst
quando convive con New Outlook, evita di aprire lo stesso file in due profili o, meglio, migra completamente a New Outlook e conserva Classic solo per l’esportazione.
Sintesi operativa
- New Outlook è cloud‑first: i messaggi restano sul server; il client mantiene solo una cache rigenerabile che non richiede backup manuali.
- Exchange Online Plan 1 e indirizzi multipli: ricevi su alias illimitati e, abilitando Send from alias, invii da ciascun alias senza seconde licenze. Per separazioni nette e deleghe, usa una shared mailbox (gratis <= 50 GB) o una seconda mailbox con licenza.
- Riduci il rischio di .pst corrotti: non tenerli in rete/OneDrive mentre sono aperti, mantienili sotto i 20 GB, usa SCANPST periodicamente e limita Classic all’esportazione.
Procedure passo‑passo riassunte
Verificare dove sono i dati
- In New Outlook: considera il server come autorità. La cache è in
%LOCALAPPDATA%\Microsoft\Outlook
. - In Outlook Classic: i
.pst
sono in%USERPROFILE%\Documents\Outlook Files
(percorso predefinito), le cache.ost
in%LOCALAPPDATA%\Microsoft\Outlook
.
Eseguire un’esportazione “a freddo” in .pst
- Apri Outlook Classic > File > Apri ed esporta > Importa/Esporta.
- Seleziona Esporta in un file > File di dati di Outlook (.pst).
- Seleziona la radice della mailbox > spunta “Includi sottocartelle”.
- Salva su un’unità esterna; attiva la password se richiesto da policy.
Abilitare “Send from alias” in Exchange Online
- Apri PowerShell per Exchange Online e connettiti.
- Esegui:
Set-OrganizationConfig -SendFromAliasEnabled $true
- In New/Classic Outlook, mostra il campo Da e scegli l’alias. Crea firme dedicate per ogni brand.
Creare e delegare una shared mailbox
- Dal centro di amministrazione, crea la shared mailbox (p.es. info@aziendaB.it).
- Concedi all’utente Full Access e Send As.
- In Outlook, aggiungi la shared mailbox al profilo: apparirà con Posta in arrivo e cartelle proprie.
Checklist finale per amministratori
- ✔ Conferma che tutti gli utenti siano su protocolli server‑based (niente POP in produzione).
- ✔ Abilita Send from alias e definisci linee guida per firme e regole.
- ✔ Documenta l’uso consentito dei
.pst
(solo export a freddo, dimensione <= 20 GB, storage locale, niente sync in tempo reale). - ✔ Configura SPF/DKIM/DMARC per ogni dominio di alias.
- ✔ Prevedi retention e archiviazione server‑side; abilita l’archivio online dove disponibile o valuta l’add‑on dedicato.
Glossario minimo
- .pst: file di dati locale che contiene posta/contatti/calendari. Backup manuale necessario.
- .ost: cache locale di una mailbox sul server (Exchange/IMAP). Rigenerabile.
- Alias: indirizzo aggiuntivo che consegna alla stessa mailbox.
- Shared mailbox: cassetta postale condivisa senza login proprio (gratis fino a 50 GB).
- Send from alias: funzione che consente di impostare l’alias nel campo mittente.
Domande lampo
- Devo fare backup di New Outlook prima di reinstallare Windows? Nella maggior parte dei casi no: la posta è sul server. Verifica però che eventuali elementi “solo locale” (vecchi
.pst
, bozze offline) siano esportati. - Posso gestire due brand con un solo utente? Sì, con alias diversi e Send from alias. Per compartimenti stagni, usa una shared mailbox o una seconda licenza.
- Perché il mio
.pst
continua a danneggiarsi? Probabilmente perché è troppo grande, è su un percorso non supportato o viene aperto in parallelo. Segui la sezione “Soluzione proposta”.
Con questo approccio—posta sul server, alias ben configurati e .pst
relegati all’archivio a freddo—New Outlook diventa più semplice da gestire, le reinstallazioni sono indolori e il rischio di perdita dati crolla.